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VILLA IL POGGIONE
Come dice il suo stesso nome, questa grande villa-fattoria si erge sulla cima di un poggio, e le sue cantine a forma di torre, divise da una terrazza ricordano da lontano le sembianze di un castello.
Essa fu fatta costruire alla fine del 1800 da Arnaldo Cassuto, un ricchissimo ed illuminato ebreo che aveva proprietà anche a Livorno, dove ancora oggi c’é una via che lo ricorda, e a Stagno, dove fece importanti bonifiche. Egli si specializzò nella produzione di vini di altissima qualità e creò una della aziende Vinicole più moderne d’Italia e d’Europa, vincendo numerosi premi a Milano, Roma, Torino ed anche a Nizza, Parigi, Buenos Aires. La fattoria da lui creata fu denominata “Enopolio della Tenuta del Poggione”; essa comprendeva 23 poderi, nei quali si produceva vino, olio, frutta, grano, asparagi, rose per essenze…alcuni terreni si trovavano nelle vicinanze della fattoria, altri erano in località “il Pino” e “gli Scopicci”.
Arnaldo Cassuto era un esperto nel settore vinicolo, poiché si teneva continuamente aggiornato sulle migliori tecniche sia Italiane che straniere, compiendo tra l’altro numerosi viaggi, insieme alla moglie, addirittura in Francia e in Ungheria. Di seguito si riporta la descrizione dell’”enopolio” che, per l’epoca, usava delle attrezzature straordinarie:
- questa azienda era dotata di un Laboratorio per le analisi chimiche e microscopiche dei mosti e dei vini e per lo studio e la cura delle malattie delle piante;
- i locali che ospitavano i mosti ed il vino erano stati costruiti con delle intercapedini tali da permettere l’afflusso di aria fredda ed il deflusso dell’aria umida e calda nonché il deflusso delle esalazioni di acido carbonico dovute alla fermentazione;
- le cantine, due torri di 6 piani ciascuna, erano dotate di ascensori per permettere ai carri carichi d’uva di raggiungere agevolmente i 3 piani destinati ad enopolio;
- la forza motrice per azionare le diverse macchine della cantina vinicola veniva prodotta da una locomobile della forza di 15 cavalli ; questa macchina azionava, oltre alle deraspatrici-pigiatrici Grolla anche la trebbiatrice del grano, faceva inoltre da generatore di vapore e forniva “energia elettrica” all’abitazione del signor Cassuto;
- la enorme terrazza che separava le due cantine, più di
- le uve, selezionate e pulite, dopo essere state “derapate”, scendevano direttamente nei tini e nelle botti, situate nel celliere sottostante, attraverso ingegnosi canali in legno;
- i tini in legno avevano capacità di 50 ettolitri; i tini in cemento potevano contenere addirittura 100 ettolitri; le botti variavano da una capacità di
- le finestre del celliere erano chiuse con un triplo sistema di chiusura: persiana, sportello a cristalli e sportello in legno;
- la cantina sotterranea alta ben
- Arnoldo Cassuto riusciva a produrre un vino, il Beaujolais, con una gradazione alcolica di 12-13 gradi, fenomeno piuttosto raro per i vini delle Colline Pisane; con questo vino egli vinse a Nizza la “medaglia d’oro” superando anche le case vinicole francesi;
- lo spazio che sempre intercorre fra i filari delle viti fu da Cassuto egregiamente utilizzato piantandovi: piante di ROSE, dalle quali estraeva essenze da vendere alle profumerie francesi; ASPARAGI di Aregenteuil, che erano molto richieste; piante di PESCHI e PERI, i quali producevano frutta in abbondanza.
Dopo Cassuto la villa-fattoria “del Poggione” ebbe diversi proprietari, fra i quali l’avvocato Del Gratta, che l’ha tenuta per molti anni.
Recentemente la villa è stata acquistata dal sig. Pietro Puticci che la utilizza per cerimonie, pranzi di nozze, etc.